Stereotipi

Ancora oggi persistono nella società credenze stereotipate sulla violenza che sono false e che servono a minimizzare, negare o giustificare il fenomeno della violenza alle donne. Le evidenze per smontare questi miti sono tante. Facciamo questo esercizio organizzando gli stereotipi in diverse categorie (Bosch e Ferrer, 2012).

1._Stereotipi sulla marginalità, cioè, quelli che situano la violenza alle donne sul terreno della eccezionalità, come qualcosa che succede ad “altri”, e non come il problema sociale universale che in realtà è.

2._Stereotipi sugli uomini maltrattanti mettono l’accento in fattori personali dell’uomo (concreti) che lo avrebbero portato alla violenza e che lo esonerano da ogni colpa.

3._Stereotipi sulle donne maltrattate spostano la colpa dagli uomini alle donne responsabilizzandole di quello che capita loro, sia per alcune delle loro caratteristiche personali che ipoteticamente “attraggono la violenza”, sia perché si dice che consentono o sollecitano questa violenza.

4._Stereotipi che minimizzano l’importanza della violenza alle donne, che mettono in dubbio la gravità di questa violenza o, addirittura, la sua stessa esistenza.

Tutti questi miti servono a ridurre il supporto sociale alle donne che subiscono violenza. Insieme, questi stereotipi “classici”, generano il substrato che alimenta e rinforza i neomiti denominati “negazionisti”. Sono miti che considerano la violenza un’esagerazione utilizzata da certe donne per arrecare danno agli uomini.

È vitale continuare a mettere in discussione queste credenze false per rendere visibile la violenza alle donne ed accettare che si tratta di un problema sociale, non privato. Solo così potremo riuscire a lottare contro la violenza alle donne in maniera effettiva.