Tipi di violenza

La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. È un problema sociale complesso con manifestazioni multiple; alcune molto visibili come la violenza fisica, e altre difficilmente rilevabili come il linguaggio e le battute sessisti, gli stereotipi o i micro-maschilismi. Sono però questi tipi di violenza più sottili nascosti nella nostra quotidianità quelli che conformano la cultura patriarcale che rende possibile tutte le altre forme di violenza. Non si possono spiegare gli stupri senza capire gli stereotipi, non si può lottare contro le aggressioni senza dare battaglia alla pubblicità sessista. L’unico modo di fermare i femminicidi è abolire il patriarcato.

Il grafico di Amnesty International ci mostra come l’assassinio di donne è soltanto la punta dell’iceberg della violenza di genere. Nella parte visibile troviamo l’aggressione fisica, stupro, abuso sessuale, minacce, grida e insulti. Altre forme esplicite però invisibili sono le umiliazioni, disprezzo, colpevolizzazione, indifferenza, svalutazione, ricatto emotivo. E le forme invisibili più sottili alla base di tutto sono le battute sessista, il controllo, la pubblicità sessista, rendere invisibile, il linguaggio sessista, l’annullamento, i micro-maschilismi.

I micro-maschilismi si chiamano così non per essere piccoli ma in quanto impercettibili o nei limiti dell’evidenza, non rilevabili e normalizzati. Per esercitarsi in micro spazi, quelli della quotidianità. Per essere atteggiamenti maschilisti e forme di violenza di ogni giorno, capillari, mimetizzati, inavvertiti. Ignorati però non irrilevanti né banali. (…)  Sono generati e sostenuti nell’utilizzo dei privilegi di cui godiamo gli uomini e si esercitano in totale impunità”, Luis Bonino, padre del termine. Alcuni esempi sono rappresentai da quei momenti in cui l’uomo non viene coinvolto in faccende domestiche o familiari perché “non sa” o perché “lei lo fa meglio” o situazioni in cui gli scarsi contributi del maschio sono sovrastimati mentre il riconoscimento della donna come persona è ridotto al minimo.

Violenza istituzionale. La dimensione istituzionale della violenza contro le donne è una delle novità che la prospettiva femminista ha incorporato all’analisi del fenomeno. La Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne adottata da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite specificò questo tipo di violenza nel 1993. La violenza istituzionale include non solo quelle manifestazioni di violenza contro le donne nelle quali lo Stato è direttamente responsabile della sua azione o omissione, ma anche quegli atti che mostrano un modello di discriminazione o di ostacolo nell’esercizio o nel godimento dei diritti.

Il trattamento giudiziario della violenza contro le donne, superato dalle pratiche androcentriche e dagli stereotipi di genere, produce risultati che possono essere considerati violenza istituzionale. (Bodelón, 2014)

Violenza psicologica. Quella che causa danni emotivi, influenza l’autostima, il valore, la percezione di sé stesse e della propria dignità. Questi tipi di aggressioni sono a volte molto sottili ma il loro impatto è enorme; avvengono sotto forma di insulti, umiliazioni, sensi di colpa, disonore, minacce, richieste di obbedienza o sottomissione, ricatto, rifiuto, abbandono, ridicolo e uso di parole squalificanti contro la donna, sia in pubblico che in privato. La gelosia e la vigilanza costante sono anche forme di aggressione psicologica.

Violenza economica. È quella forma di violenza e controllo esercitata attraverso il denaro o il ricatto collegato al denaro. Va dal controllo delle spese, all’esclusione della compagna dalla gestione del patrimonio, dalla richiesta di lasciare il lavoro, al dilapidare il capitale di famiglia o all’indebitarsi all’insaputa della donna.

Violenza sessuale. Imposizione di pratiche sessuali non desiderate. Coercizione alla sessualità, essere insultata, umiliata o brutalizzata durante un rapporto sessuale, essere presa con la forza, essere obbligata a ripetere delle scene pornografiche, essere prestata ad un amico per un rapporto sessuale.

La mutilazione genitale femminina, le gravidanze forzate, gli aborti forzati, la sterilizzazione forzata, i matrimoni forzati e precoci sono violazioni dei diritti umani che limitano la libertà delle donne di decidere sulla propria sessualità e riproduzione.

Violenza fisica. Spintonare, costringere nei movimenti, sovrastare fisicamente, rompere oggetti come forma di intimidazione, sputare contro, dare pizzicotti, mordere, tirare i capelli, gettare dalle scale, prendere a cazzotti, calciare, picchiare, schiaffeggiare, bruciare con le sigarette, privare di cure mediche, privare del sonno, sequestrare, impedire di uscire o di fuggire, strangolare, pugnalare, ecc.

Femminicidio. Il femminicidio è la forma estrema di violenza contro le donne e riguarda tutti quei casi di omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa da un uomo per motivi basati sul genere.